Stiamo vivendo un momento molto particolare, da qualche mese il mondo è stato messo all’angolo da un virus siamo per l’ottanta per cento delle giornate chiusi in casa per evitare il peggio, ogni uno di noi cerca di proporre iniziative affinché la situazione sia più leggera per tutti le città sono letteralmente un’ incubo vuote deserte in tutto questo la cosa che fa stare bene tutti è che chi ne sta’ traendo grandi benefici è MADRE TERRA che si sta facendo la più grande cura di disintossicazione degli ultimi 100 anni.
Malgrado il particolarissimo momento io riesco a viverlo con serenità, fortunatamente anche se in modo limitato, mi posso permettere un po’ di moto all’aperto e vi posso garantire che è letteralmente linfa vitale per uno che del basolato e dell’asfalto ha fatto la sua ragione di vita, e per di più se non esco di casa la sofferenza e sopportabilissima ho portato al massimo regime il mio laboratorio quello che mi sono costruito negli anni a casa e mi consente di far nascere i miei CAPRICCI MENTALI, e visto il momento sono un mare in tempesta passo da
un’orologio ad uno scrittoio
da uno scrittoio ad una lampada
da una lampada ad una sedia da scrivania
Dalla sedia di scrivania ad un panca da pub
dalla panca da pub ad un girocollo
Salto come un furetto da un’argomento ad un’altro ho sempre vicino il mio cellulare mi serve perché mando gli aggiornamenti ai miei amici di quello che faccio, poveri Cristi mi stanno sopportando in modo veramente impeccabile.
Un giorno scorrendo le pagine di facebook mi arriva una notifica, era un’ invito a partecipare ad un’asta di beneficenza(la seconda in pochi giorni)forte della prima esperienza immediatamente mi metto in moto faccio selezione di alcune mie Opere, cerco di fare foto adatte per l’occasione e mentre sono li che sto’ per inviare il tutto, mi raggiunge, improvvisamente, un forte dubbio sulla scelta delle opere ed è allora, solo allora, che vengo invaso dal pensiero di rivolgermi ad una Donna poco comune, per chiedergli un parere sulla mia selezione.
Mi affido a lei (Maria) per un motivo semplicissimo, c’incontrammo ad un’evento artistico tenutosi a Napoli, presso il PAN (Palazzo delle Arti Napoli)nel periodo di Natale 2019 io a quello evento ero stato incaricato dal curatore della Mostra (Andrea Ingenito) di arredare il bookshoop con oggetti di RIBICICLO (CAPRICCI MENTALI) di mia creazione un giorno lei fa visita al bookshoop, attratta da alcuni oggetti comincia a farmi domande su come sono nate e con quali materiali e chi fosse l’autore saputo che ero io ci fù un bel confronto poi entrammo nei dettagli su due tre Opere Lei comincia a rapportarmi con le mie Opere, ricordo con lucidità cristallina la sua analisi, rimasi impietrito, un’analisi manco se fosse mia mamma. Poi dopo un paio di giorni capii un po’ di cose, in un secondo incontro, sempre al PAN, seppi che Lei è un Dottore di Psicodrammatia, per cui, se sai fare due più due e sai che fa quattro ti sovviene tutto chiaro.
Di Lei, ho avuto subito grande considerazione, da qui la scelta del suggerimento per la selezione delle opere, gli invio le foto, e Lei mi manda un vocale con le singole recensioni, gli espongo che avrei anche voglia di inserire anche dei girocolli nell’asta, gl’invio le foto e dopo averle viste mi scrive dicendomi che alcuni siano veramente interessanti poi di alcune mi chiede i dettagli che io puntualmente gli fornisco, ho una mia intuizione e gli chiedo qual’è il colore che più gli piace, mi risponde dicendomi che ne sono tre, blu, rosso, e nero e sono distribuiti nell’arco dell’anno, ma del blu c’è la maggiore preferenza, a quel punto prendo dai mie girocollo uno fatto con una tessera di mosaico rettangolare di vetro con tante sfumature di colore che vanno dal violaceo al celeste passando per vari toni di blu, alla vista di quella tessera, mi racconta di ave avuto per anni un’ anello rosso, nato dalle mani di un’ artigiano che aveva l’arte di lavorare il vetro, a questo suo dire gli faccio vedere delle altre tessere di mosaico di vetro, dove la forma ricorda la punta di una freccia, il colore è rosso, un rosso pieno di passione, pochi secondi e lei mi chiede, Giancarlo posso farti una commissione, e mi fa richiesta di un bracciale e un girocollo, mi esalto, mi emoziono, ma poi rifletto, m’impaurisco, non ho mai fatto un bracciale, come faccio, da dove comincio, tremo al sol pensiero, ma non voglio che Lei lo sappia, allora come mio costume accetto la sfida, mi metto subito all’opera, mi riorganizzo il banco e una volta sistemato comincio a pensare per prima il girocollo, avendo avute altre esperienze, subito organizzai tutti i materiali e via di pinzette speciali, lime, limette, carta vetro, tenaglia, tronchesine, e varie chincaglierie per la costruzione del girocollo, poi passo alla fase un po’ più seria la costruzione del supporto e dallo stesso la costruzione per l’asola che deve ospitare l’anello da agganciare il girocollo, il supporto è una mia invenzione, taglio un pezzo di sifone e con i dovuti attrezzi gli modello la forma, poi con altri attrezzi specifici del settore gioielliera costruisco l’asola, ultimato il tutto, procedo con la finitura martellata, un’altra mia invenzione, questa nasce con l’uso di martelli di varie grandezze, vari pesi, e varie forme. E sera e sono al lavoro nel mio laboratorio quando mi arriva la notifica che la prima asta di beneficenza si era conclusa ed ero riuscito a vendere un mio CAPRICCIO MENTALE il mio banco lavoro sembra un campo minato, mi viene voglia di coinvolgere Maria, gli mando la foto, e lei mi risponde dicendomi che è un suo sogno nel cassetto, cerco di capire cosa possa significare, ma non mi soffermo procedo dicendogli che l’indomani parto con lo studio e la realizzazione del bracciale.
Sono nel mio bel letto ma non riesco a dormire, sono qui, che mi tartasso a pensare e a ripensare i passaggi e i materiali che dovrei impegnare per cercare di fare qualche cosa di buono per non deludere Maria, pensieri che mi conducono sulla via del sonno.
Sono qui al banco, che cerco di mettere in pratica i pensieri di ieri sera, l’idea, è quella di un bracciale tipo Egizio, devo cercare di trovare un materiale per potere fare un prototipo, per cui molto duttile, lascio il banco lavoro e inizio a scavare nella mia isola poco ecologica, dopo un bel po’ sono costretto a rassegnarmi, per la rabbia vado nel frigo e mi prendo una birra mi siedo al mio banco e continuo a pensare cosa poter usare, sorseggiando la birra mi viene l’ispirazione, la lattina, la lattina di birra vuota, ma come ho fatto a non pensarci prima, alluminio sottile e super modellabile, ne prendo una vuota che era sul banco e comincio a modellare il prototipo del bracciale, con un chiodo m’invento la punta da mettere in un porta mine costruendomi cosi una speciale matita da poter incidere sull’alluminio le linee per dare forma, poi il resto è lavoro di forbici, tenaglie e lime, finito il prototipo, mando le foto a Maria, dopo un pò, mi arriva la sua opinione, in modo delicato ed elegante mi dice che gradirebbe un’altro tipo di supporto per la tessera e mi accenna che vorrebbe fosse composto da tanti fili di freni affiancati, incasso la richiesta e cestino il primo prototipo, mi arriva un’ulteriore messaggio dove mi dice che per evitare che possano esserci dei disguidi mi manderà un disegno per rendere più chiara la richiesta, sospendo il tutto e attendo anche se non c’era bisogno, era chiarissimo il primo, tanto e vero che ho cominciato la ricerca dei fili di freno, e mentre sono li che raccolgo e comincio a trovare sistemi su come procedere mi arriva il disegno, era perfettamente quello che mi aveva anticipato con il messaggio, avuto conferma, continuo a fare il mio lavoro di studio e ricerca, ma poi, mi fermo, e penso, adesso gl’invio le foto del girocollo, faccio selezione, invio il tutto e mi rimetto con la testa china sul banco per continuare il mio lavoro, raccolgo tutti i fili di freno che avevo in laboratorio e comincio a tagliarli in modo da fare quanto meno spreco è possibile rimanendo nella misura che Maria mi aveva richiesto, poi con delle piccole fascette in allumini modellate a posta per l’occasione, riesco a tenere insieme tutti i fili, poggio la pietra e vi garantisco che è un gran bel vedere.
Ora lo studio e la ricerca cade prima su come bloccare tutti i fili insieme e con lo stesso blocco studiare anche la chiusura del bracciale, solo dopo due giorni di tentativi e di grande sconforto trovo la soluzione, invento due placche in ferro leggero, le modello, le lavoro, le foro su tre punti in modo da creare l’alloggio degli anelli che poi si agganceranno i moschettoni ed in contemporanea ottengo anche il blocco dei fili, ed ecco il lampo di genio, per incollare i fili alle placche uso un biadesivo molto pregiato e particolare che viene utilizzato per lavori sulle carlinghe degli aerei, continuo a documentare tutto con le foto e con le stesse tengo aggiornato Maria che vede giorno per giorno realizzare un suo ricordo, cosa a me ancora poco chiara, ma comunque vado avanti.
Mi manca il bloccaggio della tessera al bracciale, siccome ho fatto già, di lavori simili, mi sono procurato uno scarico di sifone da lavabo, taglio il pezzo che mi serve e comincio a modellare l’incassonatura (cosa mai fatta prima) a vai forbici, lima, tenaglie, tronchese, morsa, martelli e martelletti il banco mi sembra il banchetto di un solachianiello, spazio zero attrezzi a coprire tutto il piano lavoro, alla fine arriva il risultato, riprendo il biadesivo e blocco tutto, la tessera, i fili, la placca e metto il tutto nella morsa e stringo fino al limite di rottura della tessera, dopo 24 ore sprigiono il bracciale e tutto si rivela come da studio, risulta essere un buon lavoro, vengo distratto da una notifica arrivata fermo e vedo sullo schermo, leggo testuali parole “quand’ero piccola, mio Nonno Mimì, ex ferroviere, con la passione per il riciclo…le bici… Conservava ogni cosa in una baracca in mezzo al giardino, Accanto a lui ho imparato a fare la bucatura alla bici. Mentre guardavo lui, prendevo fili di freno, di freno, e fingevo bracciali.
Dopo aver letto questo sono rimasto impietrito, ecco la risposta, ecco da dove è uscito il sogno nel cassetto, questo intendeva, è subito di colpo, sono stato allagato da un pensiero, Maria ha deposto in me tutta la sua speranza per materializzare un ricordo d’ infanzia tra lei Bimba e il suo Nonno io non credo di essere la persona adatta da poter affidare un compito cosi delicato , i ricordi d’ infanzia sono una cosa estremamente personale personalmente, ora sono devastato, non solo per la sfida della realizzazione di una cosa che non avevo mai fatto prima, ma la cosa molto, ma molto più importante, adesso è quella di portare in vita un ricordo, e che ricordo, ci sono ricordi, che sono quelli che costruisci durante il percorso della tua vita, quelli che costruisci con i tuoi genitori, quelli dei tuoi fratelli, quelli dei tuoi amici, quelli della migliore amica, quelli della scuola, quelli dell’infanzia , della gioventù ecc, ecc, ecc e poi ci sono quelli Unici e Speciali ecco, quelli’ sono i RICORDI DEI NONNI, quelli che non si toccano, perché sono quelli dove:
il bene è speciale
le coccole sono speciali
i giochi sono speciali
le concessioni sono speciali
le attenzioni sono speciali
l’ amore è speciale
la protezione è speciale
le marachelle vengono nascoste ai genitori
le passeggiate speciali
i ricordi sono speciali
regna Sovrana la frase “wè lascio/a stà e piccrill” frase, che sono convinto, sia mondiale, cambierà la lingua, il dialetto, ma il senso è quello.
Ho messo tutto in ordine per mandare le foto dell’intero lavoro a Maria, organizzo un pò di sfondo, per fare delle foto decenti e comincio gli scatti che nell’immediato invio a Maria.
Da questo momento mi devo solo preoccupare di trovare delle scatole degne di poter contenere i miei CAPRICCI MENTALI, faccio casa e studio sotto sopra, ma non trovo niente, che riciclandolo possa avere tale onore e possa essere utile alla mia causa, allora cerco di risolvere il tutto recandomi presso un negozio specifico di scatole , espongo la mia esigenze e la tipa subito mi licenzia dicendomi “fate più presto ad andare in un negozio che vende scatole per gioielli”esco, arrabbiato per come sono stato trattato dalla tipa mi sento una mina vagante, raggiungo un bar mi faccio fare un caffè e me lo sorseggio camminando camminando, portandomi con me la rabbia della sconfitta, ma come si sà, non tutti i mali vengono per nuocere.
E il 10 maggio, festa della Mamma, (data indimenticabile per me il NAPOLI VINCEVA IL SUO PRIMO SCUDETTO) mi alzo, faccio colazione e corro nel mio laboratorio, mi accorgo che faccio tutti movimenti consapevoli e decisi, come se qualcuno mi stesse guidando, in breve tempo riesco a convertire una scatole che contiene occhiali, nella scatola per contenere il bracciale, e poi, sempre come se avessi già fatto il tutto, converto la scatola di alcuni campioni di colori di una nota azienda di rubinetterie nella scatola per contenere i girocollo, metto tutto in ordine, corredo le scatole dei bigliettini di RIBICILO ed a questo punto il mio lavoro è letteralmente terminato, mai come questa volta vado in frigo e mi prendo la mia rossa doppio malto da 8, 5, sorseggio e guardo le scatole soddisfatto, e penso che questi miei CAPRICCI MENTALI non hanno un nome, non hanno un’identità, non possono rimanere anonimi, mi rileggo per intero la loro storia e quando arrivo alla descrizione del ricordo di Maria trovo la soluzione, il girocollo come il bracciale, avranno un nome d’identificazione, la collezione sarà dedicata a NONNO MIMI’
Spero che chi mi ha lanciato questa sfida possa essere contenta del risultato.
Anche questa forse è fatta in attesa di risposta, ci leggiamo alla prossima
N.B. in testa non ho messo il titolo di proposito avresti perso la sorpresa di NONNO MIMI’